Cessione del Quinto e Prestiti Personali
La cessione del quinto è un vero e proprio prestito personale richiedibile da dipendenti privati (per esempio dipendenti di Aziende SPA, SRL o Coopertive), dipendenti pubblici (per esempio dipendenti Comunali, dipendenti Aziende USL, dipendenti delle Province, ecc…), dipendenti ministeriali (per esempio dipendenti del Ministero dell’Istruzione, dipendenti del Ministero della Difesa, dipendenti delle Forze Armate, ecc.) dipendenti parapubblici (per esempio dipendenti di Poste Italiane, dipendenti di Ferrovie dello Stato, ecc) o da ex dipendenti in pensione quali pensionati Inps, pensionati ENPALS, pensionati ENASARCO, Cassa Geometri, ecc.
Tra la cessione del quinto e i prestiti personali ci sono però alcune differenze:
- la modalità di rimborso del finanziamento;
- la modalità di calcolo della rata;
- l’entità dell’importo richiedibile;
- nessuna garanzia aggiuntiva richiesta.
La rata della cessione del quinto non può superare l’importo di un quinto dello stipendio netto o della pensione e viene decurtata direttamente dalla busta paga o dal cedolino pensionistico.
La rata del prestito personale invece viene calcolata in base alla combinazione di importo/durata del piano di ammortamento e pagata con modalità come l’addebito in conto corrente o il bollettino postale.
Per la cessione del quinto l’esposizione dell’istituto finanziatore si riduce considerevolmente in quanto, a garantire il pagamento delle rate mensili, sarà il datore di lavoro (privato o pubblico) o l’ente pensionistico (Inps).
Tra la cessione del quinto e i prestiti personali sono anche importanti da sottolineare le analogie. Sono infatti entrambe una formula di credito non finalizzato quindi non direttamente riconducibili all’acquisto di uno specifico bene o servizio.
Il vantaggio principale di richiedere una cessione del quinto è quindi il tipo di garanzia richiesta dall’operazione di credito e la flessibilità per l’Istituto finanziatore di valutarne l’erogazione rispetto requisiti di ammissibilità garantiti non solo dal richiedente ma anche da aziende pubbliche, private e Inps. Di conseguenza, persone con una storia creditizia imperfetta (disguidi finanziari, protestati, segnalati al crif, ecc…) avranno maggiori probabilità di concessione credito.
Altro vantaggio è l’importo massimo di finanziamento concesso basato sul livello di retribuzione e anzianità lavorativa del richiedente.
Per chi necessitasse di ulteriore liquidità è possibile ricorrere anche al rinnovo della cessione del quinto prolungando la durata del finanziamento. Il rinnovo è ottenibile o all’estinzione della cessione originaria oppure in alcuni casi quando sono trascorsi almeno 2/5 della durata del prestito pari al 40% dell’ammortamento.
La rata di un prestito personale con cessione del quinto a dipendente con busta paga è calcolabile con molta semplicità. Infatti, basta ripartire lo stipendio netto (salario lordo meno il 27% di trattenute) e moltiplicarlo per il numero di mensilità previste dal contratto. La cifra ottenuta va’ poi, prima divisa per le 12 rate annuali del finanziamento e successivamente per 5 (il quinto). Il risultato corrisponde alla quota cedibile cioè la rata massima consentita dal prestito.
Nel caso invece di un pensionato Inps la rata dipende dall’importo della pensione stessa. L’importo cedibile è calcolato al netto delle trattenute fiscali e previdenziali in modo da non intaccare l’importo della pensione minima stabilito annualmente per legge. Per questo motivo i trattamenti pensionistici integrati al minimo non possono essere oggetto di cessione. Nel caso si sia titolari di più prestiti cedibili, il calcolo si effettua sull’importo totale delle pensioni percepite.
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